giovedì 8 marzo 2007

Gli otto senatori e i conflitti d'interesse

Daniele Capezzone si è arreso. Dopo quaranta giorni di sciopero della fame per "ristabilire la legalità" ha deciso di desistere. Gli otto senatori contestati rimangono al loro posto fino alla fine della conta delle schede. Cioè ancora per un bel pezzo.
La Giunta per le elezioni del senato ha deciso di non decidere subito, probabilmente aspettando che cada nuovamente Prodi, Napolitano sciolga le camere e si vada a nuove elezioni.
Di questi otto posti in senato in realtà solo quattro dovrebbero essere assegnati alla Rosa nel Pugno, ma, cosa da tenere ben presente, uno di questi verrebbe sottratto all'opposizione, permettendo a Prodi di puntellare meglio la sua risicata maggioranza al Senato, soprattutto sui temi di politica estera.
Sarebbe quindi nell'interesse del Governo e del centrosinistra accelerare la decisione. Ma la questione non è così semplice. Dopo la sospensione di Franco Turigliatto (che tra l'altro è uno dei contestati), per Rifondazione Comunista perdere un altro senatore (anzi, senatrice: Olimpia Vano) sarebbe un colpo non da poco, sia dal punto di vista politico che da quello economico (dato che tutti i parlamentari versano una quota consistente del loro stipendio al partito).
Ad aggiungersi a questa situazione di stallo c'è da considerare che uno dei senatori che perderebbero il posto fa parte della Giunta: Cosimo Izzo di Forza Italia (che, giova ricordarlo, è stato nominato dal Presidente del Senato, Franco Marini).
Con queste premesse non c'è da meravigliarsi che si tiri per le lunghe. Se poi qualcuno volesse fare anche un po' di dietrologia...

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