venerdì 16 marzo 2007

Un duro colpo per le piccole TV private

L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vieta la messa in onda di immagini pornografiche a tutte le ore. Non solo, proibisce anche di parlare di sesso a fini eccitativi. A meno che immagini e dialoghi non siano all'interno di un contesto narrativo che ne giustifica la presenza. Anche se, secondo me, il "contesto narrativo" dei film porno giustifica eccome la presenza del sesso. Ma questo è un altro discorso. Il divieto è rivolto soprattutto agli spot dei telefoni erotici.
La sostanza è che stiamo assistendo al ritorno del puritanesimo. Ma solo di facciata, visto che tanto per trovare dei corpi nudi o quasi in televisione non è certo necessario aspettare che cali la notte.
Questo provvedimento però non si limita alla sfera morale ma agisce anche sul piano economico (e non solo con multe che possono superare i 50mila euro), togliendo di fatto una risorsa consistente alle piccole televisioni locali.
Queste ultime già da alcuni anni cedono larghi spazi della loro programmazione a maghi/astrologi/cartomanti durante il giorno e spot erotici la notte.
Personalmente penso che sarebbe stato più utile e più etico (e se volete pure più morale) vietare la messa in onda di gente che ha come unico scopo quello di abbindolare le persone ed estorcere loro più soldi possibile, piuttosto che quattro tette dopo mezzanotte.

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