lunedì 3 agosto 2009

La corsa alla segreteria del PD/1

Dario Franceschini, classe 1958, è il segretario uscente, nonché vicesegretario durante la gestione Veltroni. Ed è proprio a quest'ultimo che si ispira nel suo programma.

Come il suo predecessore, punta molto sulla vocazione maggioritaria del PD, anche se, per racimolare voti, si è messo a corteggiare (più o meno apertamente) i Radicali (con un clamoroso dietrofront rispetto al "divorzio consensuale" di qualche mese fa) e i post-post-comunisti di Bertinotti e Vendola.

Dopo aver inizialmente dichiarato di non volersi candidare alle primarie, ha cambiato idea "per non ridare il partito in mano chi c'era prima di lui". Poi si è corretto aggiungendo un "molto prima" per non tirare in mezzo anche Veltroni.

La sua strategia è quella di differenziarsi il più possibile da Prodi, senza però rendersi conto che sparare addosso all'unico politico italiano che abbia battuto Berlusconi non è una gran trovata. Ma le differenze con il Professore si notano anche nelle dichiarazioni tutt'altro che misurate alle quali il buon Dario ci ha abituato; dichiarazioni che in qualche occasione lo hanno costretto a delle precipitose rettifiche. (Gli va comunque dato atto di non essersi rifugiato nel berlusconiano "le mie parole sono state travisate".)

Appoggiato da Veltroni e dagli ex-Margherita (partito dal quale peraltro proviene), ha buone possibilità di essere riconfermato. Nel caso, tiene già pronta la lettera di dimissioni da utilizzare dopo le elezioni regionali del prossimo anno.

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