domenica 16 ottobre 2011

Fiducia nuova, problemi vecchi

bitter victory
Sinceramente, c'era qualcuno che pensava che venerdì il Governo Berlusconi sarebbe stato mandato a casa? Sì? Davvero? Ma allora deve trattarsi di qualcuno che non ha vissuto in Italia negli ultimi mesi o che non ha alcun contatto con la realtà. Come dici? Il PD credeva nella spallata? Appunto.

Che Berlusconi sia politicamente uno zombie non è un mistero. E la maggioranza che lo sostiene, pure. Ma per far fuori un branco di zombie, non basta un voto. Anche perché gli zombie sanno che una volta ammazzati definitivamente non torneranno più in vita (citofonare De Gregorio per delucidazioni).

Fuor di metafora, ogni voto di fiducia fa venire la tremarella a quei parlamentari (sia di destra che di sinistra) che sanno di non avere possibilità alcuna di essere rieletti. Quindi tutti a serrare le fila (e stringere le chiappe).

Lo stesso Berlusconi sa di essere alla sua ultima stagione da primadonna della politica italiana. Quello che gli rode è di non essere più candidabile come successore di Napolitano (a causa dei numerosi scandali che lo vedono protagonista). Forse è per consolarlo che qualcuno lo ha proposto come Senatore a vita. Ma la sua vera preoccupazione è il giudizio della Storia. In questa delicata fase per l'Italia, l'uomo del fare si ritrova a non poter/voler fare quello che è necessario. Da una parte c'è Tremonti sostenuto dalla Lega, dall'altra la sfilza delle corporazioni che non vogliono che i propri privilegi siano toccati. E allora si alza l'IVA dando la colpa ad una lettera segreta della BCE.

Poi la lettera viene pubblicata e si scopre che di tutto quello che c'è scritto il Governo non ha fatto praticamente niente. Ed il ritocco dell'IVA non era nemmeno contemplato. Anche perché l'aumento dell'1%, per quanto apparentemente marginale, andrà ad influire sui consumi, quindi sulla crescita e sugli introiti dello Stato. Risultato: già si parla della prossima manovra, dato che le stime di crescita sono state riviste al ribasso.

Oramai Berlusconi è in un cul de sac nel quale si è infilato da solo. Quando ne uscirà lo deciderà lui stesso ma, in ogni caso, non ne uscirà bene. E l'Italia con lui.

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